L’acqua

Acqua di rubinetto

UN TRISTE PRIMATO
In Italia il consumo pro-capite di acqua minerale è uno dei più alti al mondo: il terzo per la precisione; il primo in Europa. In un anno in Italia si utilizzano oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per le quali si impiegano 456mila tonnellate di petrolio e si emettono 1,2 milioni di tonnellate di anidiride carbonica. Solo un terzo delle bottiglie viene effettivamente riciclato; il resto finisce in discarica, inceneritore o dispersa nell’ambiente. La produzione di 1kg di PET – equivalente a 25 bottiglie da 1,5 litri – consuma 2kg di petrolio e 17,5 litri d’acqua; il processo rilascia nell’atmosfera oltre all’anidride carbonica, idrocarburi, ossidi di zolfo, di azoto e di carbonio.

LA QUALITA E I CONTROLLI
Eppure, l’acqua dell’acquedotto in Italia è generalemente di buona qualità: il 75-80% ha origine profonda; la restante parte in genere rispetta i severi parametri previsti dalla normativa nazionale ed europea. I gestori idrici e le autorità di controllo effettuano continui controlli sulla qualità dell’acqua. 
Acque SpA, ad esempio, nel territorio gestito – il Basso Valdarno – ogni anno effettua circa 20mila campionamenti e analizza oltre 300mila parametri per assicurare la bontà e la sicurezza dell’acqua che arriva nelle nostre case; per farlo si avvale di un servizio laboratorio rigoroso esteso e all’avanguardia. 
Oramai il livello di conformità legislativa dell’acqua potabile ha praticamente raggiunto il 100% (per la precisione, 99,8% nel 2017). Le pochissime non-conformità rilevate si riferiscono quasi esclusivamente a parametri indicatori (che non incidono sulla potabilità dell’acqua) o a “falsi positivi” (parametri che ad un’immediata verifica risultavano entro i limiti). Le restanti situazioni di non-conformità vengono prontamente sanate, tanto che negli ultimi anni non sono state emesse ordinanze di non-potabilità in alcuno dei comuni gestiti.

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Allora, perché non bere l’acqua di casa nostra?

BUONA, SICURA, CONVENIENTE E “VERDE”
Un litro di acqua del rubinetto costa mediamente 2 millesimi di euro. L’acqua minerale, invece, può arrivare a costare centinaia di volte tanto. Senza parlare poi dell’inquinamento, dello spreco di risorse ambientali ed energetiche. L’acqua del rubinetto invece è già lì, nelle nostre case. È buona e sicura, ti fa risparmiare tempo, soldi e non produce rifiuti. 

QUALCHE CONSIGLIO SUL CONSUMO
All’acqua distribuita dalla rete idrica, come noto, viene aggiunto il cloro: una sostanza che serve a preservare la caratteristiche microbiologiche dell’acqua di partenza. Il sapore del cloro è facilmente eliminabile, poichè si tratta di una sostanza altamente volatile. Ecco i nostri consigli:

  • far scorrere un po’ d’acqua fredda dal rubinetto, soprattutto dopo un prolungato periodo di inutilizzo
  • utilizzare una caraffa di vetro per conservare l’acqua; se viene messa in frigorifero, si può usare una pellicola per alimenti
  • far “riposare” l’acqua per qualche ora: l’ideale è farlo la sera prima di andare a dormire per poi consumarla sin dal mattino
  • sciacquare la caraffa dopo ciascun uso
  • non conservare l’acqua per più di 24 ore

QUESTIONI RICORRENTI

  • La durezza – Una delle principali caratteristiche dell’acqua di rete e si riferisce alla concentrazione di calcio e magnesio; spesso tale parametro è termine di confronto con l’acqua minerale che spesso presenta basse concentrazione di questi elementi (oligominerale). Mentre una volta c’era il timore che potessero essere responsabile di patologie come la calcolosi, oggi le ricerche scientifiche hanno tassativamente escluso questa relazione. In sostanza se è vero che il calcio “incrosta” gli elettrodomestici è altrettanto vero che non danneggia l’organismo umano. Le nostre acque hanno un contenuto di calcio entro i parametri previsti dalla normativa ed adeguato ad una corretta alimentazione per le persone sane di qualunque età.
    Il calcio disciolto nell’acqua, se riscaldata ad una temperatura maggiore di 60° C, può precipitare, provocando formazione di calcare che si rende sul pelo dell’acqua o come depositi sulle apparecchiature domestiche. Un eventuale addolcimento dell’acqua è sconsigliato per uso alimentare, può essere previsto solo per gli apparati domestici.
  • Il cloro – Il sapore che spesso caratterizza l’acqua di rubientto è dovuto al cloro. Questa sostanza viene aggiunta all’acqua di rete durante il processo di potabilizzazione al fine di mantenere la sicurezza igienico-sanitaria in tutta la rete di distribuzione sino all’utenza e garantire che la qualità sia mantenuta costante in ogni punto della rete idrica. Il cloro è un potente ossidante e uccide i microrganismi eventualmente presenti all’origine nelle acque. Nelle concentrazioni presenti nell’acqua potabile, in ogni caso, non ha alcun effetto sull’organismo umano
  • Torbidità – Può capitare, soprattutto quando si interviene o si ripara la rete idrica, che l’acqua erogata si presenti non limpida, scura o bruna. Tale fenomeno è causato dalla presenza di sostanze solide o colloidali in sospensione, solitamente ossidi di ferro e manganese. Le particelle di ferro e manganese (elementi presenti naturalmente nell’acqua) con il normale flusso nella rete tendono a depositarsi nelle tubazioni. In caso di sospensione e successiva ripresa dell’erogazione idrica si risollevano provocando torbidità. 
    Per certi versi sono fenomeni difficilmente evitabili. Si consiglia l’utente di scaricare per un po’ l’acqua affinchè cessi il fenomeno o di pazientare. Se il fenomeno prosegue per più ore, si può segnalare al call center affinchè siano effettuate attività di flussaggio e scarico.
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