BILANCIO SOSTENIBILITA 2015 - page 14

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GOVERNANCE
Contesto
Il settore delle Utilities
Il settore dei servizi di pubblica utilità evidenzia un
quadro in evoluzione, che mostra una crescita nei
risultati economici finanziari e una tenuta degli
investimenti, nonostante il calo del fatturato dovuto
al crollo dei prezzi e della domanda di energia.
Nonostante un contesto congiunturale e settoriale
ancora difficile, non solo si registra una tenuta dei
risultati economico-finanziari, ma si affianca anche
una crescente attenzione ai temi ambientali, alla
trasparenza e alla comunicazione con gli
stakeholder. Cresce la consapevolezza sui temi
ambientali e sociali delle utility: il 33% delle
aziende pubblica il bilancio di sostenibilità e l’82%
di queste lo fa seguendo le linee guida del GRI. In
aumento anche le certificazioni di qualità, tra le
quali crescono soprattutto la OHSAS 18001 e la SA
8000 (+3%). L’attenzione alla Corporate Social
Responsibility (CSR) traspare anche dall’alta
diffusione del codice etico, adottato dall’89% delle
aziende che fanno parte di Federutility d’ora in poi
Top 100. Migliorano le performance in materia di
economia circolare con la raccolta differenziata
cresciuta del 6% rispetto al 2013 e con il 27% dei
player che supera il 65%. Le aziende idriche nelle
Top 100 presentano perdite medie inferiori al dato
nazionale (34% contro il 36%), anche se il settore
nel suo complesso evidenzia ancora la necessità di
ingenti investimenti, soprattutto nella fase di
depurazione e collettamento
.
Un forte fattore di cambiamento del settore, è
anche l’innovazione tecnologica e la ricerca che
vede sempre più crescere il proprio ruolo e gli
investimenti nel comparto utility. Utility 2.0, clienti
più soddisfatti – Sempre più vicini al cliente e
sempre più tecnologici: potrebbe essere questa
l’evoluzione dell’offerta di customer care per le
utility. Aumenta l’uso di social network e delle
applicazioni per smartphone e tablet, mentre
l’utilizzo dello sportello on-line è il principale
mezzo di interazione col cliente per più di 7 utility
su 10. Pur permanendo ancora ampi margini di
miglioramento, si registra una maggiore trasparenza
da parte delle aziende pubbliche: in aumento la
quantità e la qualità delle informazioni fornite e il
livello di adesione ai requisiti di legge. A questo
trend positivo si accompagna, inoltre, un sensibile
incremento degli investimenti in comunicazione e
marketing, più che raddoppiati.
Le difficoltà
Per un paese che, a distanza di venti anni dalle direttive
Ue sulla depurazione è sotto sanzione per i ritardi
infrastrutturali cronici, è fondamentale che si ricominci a
parlare di investimenti e di copertura tariffaria in linea
con i principi europei.
Il Paese soffre di un deficit di impianti, il 4% della
popolazione è ancora priva di adeguati acquedotti, il
7% di un collegamento alla rete fognaria e il 15% della
popolazione è sprovvista di impianti di depurazione.
Nel Mezzogiorno 3 famiglie su 10 non sono collegate a
un depuratore. Occorre, concentrarsi su investimenti,
regole e rispetto della legislazione anche da parte delle
amministrazioni, più che sul dibattito pubblico privato.
Considerando che ad oggi l’Italia ha le tariffe tra le più
basse dell'Europa continentale, avremmo ampi spazi di
recupero per investimenti in grado di generare
occupazione e sviluppo sostenibile del territorio,
dedicando particolare attenzione ad un 'bonus sociale
idrico' a compensazione della spesa per le utenze
socialmente deboli'.
In campo depurazione l’Italia rischia infatti nuovamente
di pagare una multa salatissima – ben 250 milioni di
euro -, comminata dall’Europa per non avere adeguato
entro il 2015 i propri impianti fognari e di depurazione
delle acque.
A far intravedere uno spiraglio di luce in questo ambito
è la neo-istituzione di un fondo a favore degli impianti
idrici.
A partire dal 2016 viene istituito presso la Cassa
conguaglio per il settore elettrico un fondo di garanzia
destinato alle infrastrutture idriche, comprese le reti
fognarie e di depurazione. Lo prevede l’articolo 58 del
Collegato Ambiente alla Legge di Stabilità 2016.
Il Fondo è alimentato tramite una specifica componente
della tariffa del servizio idrico integrato indicata
separatamente, volta anche alla copertura dei costi di
gestione del Fondo medesimo, determinata
dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema
idrico (AEEGSI) nel rispetto della normativa vigente.
Da notare che nel Collegato ambientale all’articolo 62,
comma 4 viene evidenziato il fatto che tra i comuni che
potranno gestire in autonomia in deroga alle regole
dell’Autorità Idrica del territorio, potranno esserci
anche quelli che presentano “un approvvigionamento
idrico da fonti qualitativamente pregiate” o con
“sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali
protette”.
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