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d'ambito. Perciò Acque SpA si era immediatamente impegnata per non perdere le opportunità aperte e
aveva affidato a Mediobanca Spa un incarico per la verifica della bancabilità del nuovo piano di
investimenti e l'individuazione del soggetto o dei soggetti disponibili a partecipare all'operazione di
finanziamento.
Contro la delibera dell'AlT era stato presentato anche un ricorso al TAR Toscano, da parte del Forum
Toscano dei Movimenti per l'Acqua, che però è stato dichiarato inammissibile in data 21 marzo 2013
dallo stesso Tribunale Amministrativo Regionale.
Inoltre, alla luce del nuovo meccanismo regolatorio introdotto daII'AEEG, la condizione sospensiva
contenuta nella delibera 12 del 2011 ha perso significato e risulta di fatto superata. Infatti, la copertura di
un piano d'investimenti non è più necessariamente legata alla disponibilità di un potenziale finanziatore,
ma può essere assicurata da un adeguato sviluppo tariffario, anche se naturalmente andranno valutati da
parte dell'AlT gli effetti in termini di sostenibilità da parte degli utenti degli incrementi tariffari
conseguenti.
Con la deliberazione n. 12 del 06.12.2011, l’Assemblea Consortile dell’ATO 2 (oggi Autorità Idrica
Toscana) ha approvato l’allungamento della concessione di gestione del Sistema Idrico Integrato dell’ATO
n.2 Basso Valdarno ad Acque SpA di 5 anni e, quindi, fino al 31.12.2026, previo soddisfacimento di tre
condizioni sospensive.
Con tale delibera si fissava il termine del 30.04.2012 per la presentazione della proposta di allungamento
da parte di Acque SpA. Successivamente, con il Decreto del Commissario n° 59 del 13.07.2012 il termine
per la presentazione della Proposta è stato differito al 31.12.2014.
Alla base della delibera di allungamento dell’AIT c’è la necessità di una serie di investimenti aggiuntivi,
non inclusi nel Piano d’Ambito vigente al momento della sottoscrizione del contratto di finanziamento e
nemmeno nelle successive revisioni del Piano e nei Piani operativi di intervento (POT).
L’unico strumento che fu individuato per garantire l’equilibrio economico finanziario fu appunto
l’estensione della durata della concessione.
Il nuovo quadro regolatorio intervenuto dopo la deliberazione n° 12 del 06.12.2011 (cfr. la deliberazione
AEEGSI n° 585/12 con oggetto l’approvazione del Metodo Tariffario Transitorio per gli anni 2012 e 2013
e la deliberazione AEEGSI n° 643/13 con oggetto l’approvazione del Metodo Tariffario Idrico definitivo)
ha consentito ad Acque SpA di elaborare una proposta di allungamento della concessione fino al 2026,
con revisione del piano degli investimenti coerente con le esigenze dell’AIT, senza tuttavia ricorrere ad
istituti di credito e/o a qualsivoglia modifica della struttura del finanziamento in essere, per realizzare sia
i maggiori investimenti nel periodo 2014-2021 che quelli nel periodo 2022-2026.
Il CdA di Acque, nella seduta del 16.12.2014, ha approvato tale proposta che è stata successivamente
approvata dall’assemblea dell’AIT in data 13.02.2015.
Nell'attuale situazione, è l'unico modo per dare un forte impulso agli interventi. Non era realistico
pensare di poter affrontare questo enorme gap infrastrutturale con un ulteriore forte incremento delle
tariffe, per evidenti ragioni di sostenibilità sociale, e neppure con un massiccio incremento dei
finanziamenti pubblici, considerati i vincoli all'aumento della spesa pubblica. Risulterà comunque critico
per il futuro integrare le risorse provenienti dalle tariffe con un piano fattibile di interventi pubblici, a
partire dall'utilizzo dei fondi europei 2014-2020, soprattutto per le grandi infrastrutture strategiche
(invasi, impianti di captazione di acque superficiali, dorsali acquedottistiche e fognarie, interventi di
ristrutturazione e accentramento della depurazione, impianti di riciclaggio dell'acqua e recupero
energetico). Gli investimenti in questi settori non sono soltanto necessari per gestire razionalmente le
risorse idriche toscane, garantire a famiglie e imprese acqua di buona qualità, difendere efficacemente
l'ambiente, ma anche per generare occupazione, stimolare I’innovazione, svolgere una forte e utile
funzione anticrisi. L’attuazione di questi interventi richiede una forte capacità di programmazione a
livello regionale e una vasta azione di semplificazione delle procedure e di eliminazione di
sovrapposizioni di ruoli e competenze.
Occorre allora una politica lungimirante del governo delle risorse idriche che superi l'attuale dispersione
di competenze e ruoli (Autorità di Bacino, Consorzi di Bonifica, AIT ecc.) e integri gli interventi in una
visione d’insieme capace di tenere unite le diverse esigenze (sicurezza idrogeologica, regimazione e
1...,48,49,50,51,52,53,54,55,56,57 59,60,61,62,63,64,65,66,67,68,...155
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